Notizia sugli artisti
Giuseppe Salvatori nasce a Roma nel 1955. Esponente del ritorno alla pittura figurativa alla fine degli anni settanta, nel 1980 partecipa alle due mostre pubbliche ricognitive sulle ultime tendenze dell’Arte italiana contemporanea: a Bologna, alla Galleria Comunale d’Arte Moderna, con i Nuovi-Nuovi di R. Barilli e a Ferrara, alla Loggetta Lombardesca, con Italiana: la nuova immagine di A. B. Oliva. La sua ricerca espressiva, attraverso l’uso del pastello su tela, nasce da una appassionata rivisitazione dell’Arte italiana del primo quarantennio del novecento, riagganciandosi in special modo alla Metafisica. Salvatori lavora a quadri di architettura, di natura morta e di paesaggio, una poetica fondata sull’opposizione natura-cultura e che si esplica nello stretto rapporto con il mondo letterario di cui condivide progetti e suggestioni. Tra il 1987 e il 1988 passa alla tecnica della tempera, che gli permette di realizzare opere di più ampie dimensioni, come, ad esempio, quelle presentate alla Biennale di Venezia nel 1990. La sua ricerca procede in quella sintesi formale tra figura ed astrazione che animerà tutte le opere a venire. La realtà non viene presa tout-court, ma riconosciuta e investita di nuovi affetti attraverso una sapiente elaborazione formale. Negli ultimi anni l’artista ha privilegiato soggetti di più ampio respiro, a scongiurare una eccessiva frammentazione e varietà di figure, con opere di comunicazione e valori più diretti: Bestie, da F. Tozzi, a Roma alla Temple Gallery nel 2006; Diomira, galleria Marchetti nel 2006; il foscoliano Ultime lettere di Jacopo Ortis, alla galleria De Crescenzo & Viesti; Angelo con intorno contadini del poeta W. Stevens, alla Casa delle Letterature di Roma nel 2008; Xanto da l’Iliade di Omero, Galleria La Nuova Pesa, Roma, 2018; il Virgiliano Perseidi alla Galleria De Crescenzo & Viesti, Roma, 2018; Elegia Attica al Mart di Rovereto. Soggetti trasfigurati in testimoni di una messa in opera sempre rivolta ai sentimenti e alle paure, ai paesaggi e alle visioni di ciò che riconosciamo come luoghi della vita.
Giuseppe Pirozzi è nato a Casalnuovo di Napoli nel 1934. Con la frequenza, nel 1954, del corso di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli ha inizio la sua attività artistico-espositiva, con opere di scultura e grafica. Nel 1964 diviene docente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e vi insegna fino al 2001. Da allora ha tenuto numerose mostre personali ed esposto in moltissime rassegne d’arte nazionali e internazionali, ottenendo prestigiosi premi e riconoscimenti della critica. Ha prestato inoltre la propria opera per interventi d’architettura e arredo urbano e, quale vincitore di concorsi nazionali, ha realizzato numerose opere monumentali in spazi pubblici. Dall’inizio degli anni Sessanta la sua attività artistica figura in molteplici pubblicazioni di settore. Si interessano al suo lavoro tra i maggiori critici d’arte italiani, come Lea Vergine, Luciano Caramel, Giuseppe Appella, Enrico Crispolti, Vitaliano Corbi, Raffaello Causa, Luigi Carluccio, Vittorio Sgarbi. Le sue sculture sono oggi in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero. Dal 2000 è Accademico Scultore dell’Accademia Nazionale di San Luca.
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Atelier “Guido Strazza”
Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller”
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