IL PRESEPE SVELATO DI ERNESTO PORCARI
2002, ferro, alluminio e cartapesta, Ø metri 3
Il presepe, costruito soprattutto d’aria che si coagula tra i fili metallici e le vesti di cartapesta, viene come rapito in un luogo remoto, quasi un viaggio nell’aldilà raccontato col ferro e l’alluminio, senza mai perdersi nell’espressione concreta e diretta propria dell’Apocalisse di Giovanni se non della scultura a cui Porcari fa costantemente riferimento.
Quanto l’immagine del presepe sia ora reale, genuina, e non frutto di semplici meditazioni, sono proprio i personaggi a dichiararlo, annunciati, insieme a Gesù Bambino, da quell’angelo che si apre a ventaglio su tutto lo spazio scenico per assorbirne, insieme alla stella cometa, la carica profetica e in tal modo penetrare nel più profondo del cuore umano.
BAMBINO GESÙ
Bambino Gesù,
fa che in questo gioco a nasconderti io ti trovi.
Ascolta le mie parole
di silenzi e di dubbi,
di timori e di imprecazioni.
Se effimero è tutto ciò che è composto
e l’Uomo mandò l’uomo perché lo svelasse,
aiutami a cercarti, ad amarti, senza annoiarti.
Bambino Gesù,
perdona la mia insufficienza,
talvolta la mia stanchezza,
e consolami.
Ernesto Porcari
Ernesto Porcari è nato a Norma (Latina) nel 1951. Dopo la laurea in medicina si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma per seguire i corsi di incisione diretti da Guido Strazza. Da qui nascono l’assidua sperimentazione tecnico-materica e il continuo indagare sullo spazio che lo portano alla scultura.
La sua prima mostra è del 1986 a Roma. Seguiranno nel corso degli anni, mostre personali e collettive in Italia (Genova, Biella, Viterbo, Francavilla al Mare, Torino, Ancona, Cagli, Matera, Ferrara, Alessandria, Bari, Ascoli Piceno) e all’estero (Francoforte). Nel 1999 realizza un’opera monumentale a Roma. La sua ultima personale di sculture e disegni è del 2019 alla Galleria La Nuova Pesa di Roma.