Castronuovo di Sant’Andrea tra arte e tradizione
Il Natale, a Castronuovo, ha avuto sempre una grande importanza, non soltanto dal punto di vista religioso. È ricordato con la costruzione di presepi, a volte semplicissimi ma sempre di grande impatto emozionale, nonostante il lento ma inesorabile declino dell’artigianato polifunzionale (vasai, piattai, fabbriche di mattoni, ciabattini) e i profondi mutamenti avvenuti in seno alla famiglia, non solo meridionale.
La sollecitazione, ogni anno, era provocata dall’allestimento, con mesi di anticipo, del grande presepe napoletano del XVI-XVII secolo in dotazione della Chiesa Madre che coinvolgeva bambini e anziani, pronti nella ricerca di pietre, piante, muschio, bacche, pungitopo, agrifoglio e quant’altro fosse necessario a renderlo unico. Questo presepe, importante per i numerosi personaggi e per le costruzioni scenografiche, non dissimili da ciò che vediamo nel Presepe Cuciniello della Reggia di Caserta, è scomparso negli anni Settanta, non si sa se rubato o venduto. È rimasto solo il Bambino Gesù, di autore ignoto, in legno, di 50 cm di altezza. Al presepe, e alla notte del 25 dicembre, era strettamente legata, da parte dei pastori locali, la produzione di zufoli di canna e salice decorati con segni a fuoco, da regalare ai ragazzi che, alla nascita del Bambino, portato poi in una lunga processione in chiesa, avrebbero intonato il “Tu scendi dalle stelle….” e li avrebbero rotti…sulle teste di chi, nel lungo corteo, si trovava davanti, al seguito dello zampognaro.