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IL CANDIDO PRESEPE DI SALVATORE SAVA

2006, pietra leccese e ferro, Ø metri 3

Un presepe come omaggio al paese, alla sua gente, alle famiglie di contadini tra i quali era cresciuto e che, senza volerlo, si scoprono collocati al centro del recinto.

Il Bambino, Giuseppe e Maria sono, allora, l’emblema del fuoco domestico, della “casa-famiglia” portata a una sintesi estrema, ridotta a una pura struttura, alla forma squadrata e appena sbozzata della pietra leccese.

L’iterazione dei soggetti, dalle grandi membra e dalle piccole teste, estremamente semplificate e colte in un movimento appena accennato, diventa un vero e proprio motivo plastico quando, ad esempio, affronta la “moltitudine” del gregge. Il candore, che uniforma il Bambino e le pecore raccolte intorno al pastore, diventa il simbolo dell’innocenza perduta e il motivo conduttore di una meditata essenzialità rappresentativa. 

CANDIDO PICCINO

Candido piccino,

nella notte senza luna.

La tua stella mi ha guidato,

con la coda verso su

il sentiero rischiarato,

rischiarato fin qua giù.

 

Nella notte senza luna,

son partito verso il blu,

son partito e son rinato,

son rinato grazie a te,

son partito insieme a loro,

son partiti insieme a me.

 

Nella notte senza luna

Ora freddo più non c’è.

Non c’è freddo nella stalla,

non c’è freddo intorno a me.

Nella notte senza luna

Solo pace chiedo a te.

Salvatore Sava

Salvatore Sava è nato nel 1966 a Surbo (Lecce). La sua formazione è avvenuta tra la città d’origine, Roma e ripetuti soggiorni all’estero. Dal 1990 insegna all’Accademia di Belle Arti di Lecce. La sua prima mostra personale risale al 1983. Seguiranno  le esposizioni di Lecce, Milano, Orvieto, Brindisi, Roma. Nel 2005 ha partecipato alla XIV Quadriennale d’Arte di Roma. Nel 2006 ha vinto il Premio internazionale di scultura “Terzo Millennio” a Erbusco (Brescia) e ha partecipato alla mostra “Scultura internazionale” presso il Castello di Agliè (Torino). Nel 2008 ha vinto il Premio Mastroianni nell’ambito della sesta Biennale Internazionale di Scultura della Regione Piemonte, a Torino. Nel 2010 ha esposto nella mostra “Gualtiero Marchesi e la grande cucina italiana” al Castello Sforzesco di Milano ed è stato presente alla Biennale d’Arte Sacra del Gran Sasso. Nel 2012 ha vinto il Premio Limen Arte per la scultura a Vibo Valentia. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private di importanti istituzioni italiane: la Banca Nazionale del Lavoro di Roma, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, la Fondazione Ragghianti di Lucca, la Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce che nel 2022 gli ha dedicato una vasta antologica.

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