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Categoria: Il MIG
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Al MIG di Castronuovo Sant’Andrea
Antologica dell'opera grafica dal 1917 al 1972

 

Martedì 23 ottobre 2018, alle ore 18.00, a Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG Museo Internazionale della Grafica - Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” - Atelier “Guido Strazza”, si inaugura la mostra dedicata a “Lucio Venna (Venezia, 28 dicembre 1897 – Firenze, 4 settembre 1974), il futurismo e la pubblicità” che continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto 2011 con la storia della grafica europea

e proseguito con le personali di Degas, Renoir, Bonnard, Matisse, Bernard, Mirò, Dufy, Picasso, Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein, Zadkine, Marcoussis, Assadour, Henri Goetz, Gentilini, Strazza, Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Anselmo Bucci, Perilli, Raphaël, Del Pezzo, Mascherini, Bartolini, Marino, Azuma, Guarienti, Richter, Viviani, Arp, Viani, Breton e il Surrealismo, Fazzini, Max Bill, Sol LeWitt, Bram Van Velde, Gruppo CoBrA, Martin Bradley e Jean Messagier. 

La mostra, a cura di Giuseppe Appella, accoglie 50 opere grafiche realizzate tra il 1917 e il 1972. Ripercorre, dunque, l’intera vicenda espressiva di Venna, dalle prime frequentazioni di Notte, Conti, Baldessari e Lega a Firenze, all’adesione al movimento futurista che lo inserisce nel vivo delle ricerche del tempo. Amico di Balla (del quale scrisse su “L’Italia Futurista”) e di Depero, di Martini e di Funi, in questo ambiente di artisti autentici portò un soffio di autentica freschezza, un amore e una fede nel lavoro che possiamo definire i caratteri salienti del futurismo fiorentino, messi bene in luce, naturalmente, gli elementi di questo futurismo e gli interessi narrativi del gruppo che, legato ad un realismo post-impressionista, riesce solo lentamente a tralasciare le scomposizioni cubiste (nonostante il collage o i caratteri tipografici largamente usati) e le accensioni cromatiche che non faranno mai rientrare nell’”ordine” il Venna del Manifesto “Fondamento lineare geometrico”, pubblicato con Notte nel 1917.

“Il dinamismo plastico è la vita espressa dagli oggetti vissuta nel loro significato e nel loro movimento […] Non è più l’oggetto che ci interessa ma la geometria che ci suggerisce, scavandola dal pozzo della nostra sensibilità ultramoderna”, scrive Venna. Se guardiamo ai suoi interessi nel corso degli anni, che la mostra cadenza con acribia, nulla sembra cambiato, a parte la padronanza tecnica che ne fa uno dei maestri più colti della grafica del Novecento. Dinamismi di paesi, impaginazioni di figure in un interno, donne in tram o che camminano, ballerine, cupole di chiese veneziane, barche, gru, rimorchiatori, ritmi, linee di forza, sintesi, volumi, aperture liriche e sollecitazioni della memoria, quasi una vitalità dell’arte che trova i propri elementi nell’ambiente che la circonda, trovano nel procedimento litografico un impegno e un equilibrio che sono sempre un dono del futurismo, teso ad allontanare ogni accademismo e la stessa tecnica pubblicitaria esercitata per decenni.            


NOTIZIE BIOGRAFICHE

Giuseppe Landsmann (in arte Lucio Venna), nasce a Venezia il 28 dicembre del 1897. Appena quindicenne, nel 1912,  per dedicarsi alla pittura, abbandona la famiglia e si trasferisce a Firenze. Nel 1913, in occasione della celebre serata futurista avvenuta al Teatro Verdi, conosce il pittore Emilio Notte dal quale riceve i primi rudimenti dell’arte. Nello stesso anno, presso la Libreria Gonnelli, in occasione della storica esposizione di “Lacerba”, con i pittori futuristi della prima ondata capitanati da Marinetti, conosce Ottone Rosai, Primo Conti, Neri Nannetti, Achille Lega. Aderisce al movimento futurista tra il 1914 ed il 1915, mediatore Marinetti, e subito si mette in contatto con Boccioni, al quale invia i primi dipinti futuristi. Nel 1916 collabora come attore e aiuto-regista al film Vita futurista, di Arnaldo Ginna. Nel 1917, firma con Notte, sulle pagine de “L'Italia Futurista”, il manifesto Fondamento Lineare Geometrico (Al genio ed ai muscoli degli incrollabili amici pittori futuristi), e collabora, con parolibere e disegni, al giornale diretto da Emilio Settimelli e Bruno Corra. A Roma, durante il servizio militare, frequenta Giacomo Balla e Fortunato Depero,  lavora alla CINES, pubblica su “Roma Futurista” e  “Dinamo”. Nel 1919 è presente, con 17 opere, alla Grande Esposizione Nazionale Futurista, promossa da Marinetti a Milano (Galleria Centrale di Palazzo del Cova). Nel 1920 è tra i fondatori della rivista dadaista “Bleu”. Nel 1922, elabora i primi manifesti, apre a Firenze uno studio pubblicitario che nel giro di pochi anni lo pone tra protagonisti e innovatori, a livello internazionale, quali Sepo, Nizzoli, Depero, Cassandre. Con la ripresa della pittura, nel 1938, arriva anche la direzione tecnico-artistica della rivista “Scena Illustrata”. Il successivo ritorno alla litografia lo impegnerà fino alla sua scomparsa, avvenuta a Firenze il 4 settembre del 1974.