L’OPERA GRAFICA DI BRAM VAN VELDE
Sabato 30 settembre 2017, alle ore 19.00 a Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG Museo Internazionale della Grafica - Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” - Atelier “Guido Strazza”, si inaugura la mostra antologica dell’opera grafica di Bram Van Velde (Zoeterwoude, 19 October 1895 - Grimaud, 28 December 1981), che continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto 2011 con la storia della grafica europea e proseguito con le personali di Degas, Renoir, Bonnard, Matisse, Bernard, Mirò, Dufy, Picasso, Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein, Zadkine, Marcoussis, Assadour, Henri Goetz, Gentilini, Strazza, Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Anselmo Bucci, Perilli, Raphaël, Del Pezzo, Mascherini, Bartolini, Marino, Azuma, Guarienti, Richter, Viviani, Arp, Viani, l’ “Omaggio a Breton” che ripercorreva la storia del Surrealismo, Fazzini, Max Bill, Sol LeWitt.
La mostra, a cura di Giuseppe Appella, accoglie 80 opere grafiche datate 1948-1978. Tra il dramma storico di Picasso e la tragedia degli Espressionisti, tra l’arte della ribellione e l’arte della negazione del mondo, la vicenda di Bram van Velde si pone come la più disciplinata, austera, rigorosa e coerente esperienza espressiva del Novecento.Un valore inscindibile muove la sua opera che, realizzata in totale libertà e con una buona carica di insofferenza, rappresenta uno stile di vita. Un’opera appartata e irripetibile, generosa di suggerimenti e di sviluppi, con origini culturali che da Rembrandt arrivano a van Gogh, tra disarmonie, tensioni ed eleganze di forme, suggestione panica e religiosa, impaginazioni matissiane e iconografie postcubiste. Un linguaggio, comunque, al di fuori dell’astrazione sterilizzata o lirica, in uno spazio da intimità contemplativa per una proposta continua di felicità sollecitata da genuina sorgente interiore.La litografia, dalle prime opere in bianco e nero degli anni ’40-’60 a quelle dove i lunghi e veloci colpi di pennello esercitano tutte le effusioni coloristiche, è il mezzo d’individuazione che San Tommaso d’Aquino diceva consistesse nella quantitate signata della materia. La possibilità, cioè, di cercare il segno che cinge la materia, così da attribuire al foglio un’impronta inconfondibile, di porre forma e colore come individuazione della realtà senza renderli freddi e meccanici. La litografia è il metodo di conoscenza e di verificache non elude un singolare elemento d’incanto: l’indeterminatezza. L’individuazione-verifica in Bram van Velde è vera e propria attitudine, capacità di cogliere le più sottili vibrazioni, le più fragili differenze, le più invisibili ondulazioni, al massimo e minimo grado, fino ai momenti informali: un autentico controllo dell’energia vitale per rendere infinito l’istante.La litografia è la genesi dell’arte, la sintesi di ogni valore che in chiarezza e lucidità ha concentrato tutti gli impulsi per organizzare inesorabilmente la composizione, articolare il movimento attraverso le trasparenze, accordare ogni discordia tra oggettività e non-oggettività, utilizzare tutte le energie e tutte le intuizioni scaturite nella ripetizione del gesto creativo per convogliarle nell’immagine mutevole e definitiva, equilibrata dal segno che la litografia ha sollecitato. Visione che, come ha scritto Samuel Beckett, è atteggiamento morale nei confronti della realtà, di osservazione e di riflessione per le angosce del tempo.
La mostra, corredata da cataloghi, immagini, documenti, video, resterà aperta fino al 9 dicembre 2017.