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Categoria: La Didattica
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La festa delle mamme

Tra arte, poesia e attività ludico-didattiche

Domenica 14 maggio 2017, dalle ore 17.00 alle ore 20.00, il MIG. Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” celebra le mamme nella giornata della loro festa attraverso un inedito percorso di visita guidata alle opere esposte nelle sale del museo dove, tra le litografie e serigrafie di Max Bill, le incisioni di Fausto Melotti, le xilografie di Henri Laurens e i presepi del Museo Scheiwiller, sarà possibile soffermarsi davanti alle immagini di “La madre del pittore riposa”, il ritratto che Lucian Freud realizzò nel 1976 per sua madre, e le tante maternità evocate nel corso della sua lunga vita dalla fotografa Gertrude Käsebier. In controcanto, i versi che scrittori italiani e stranieri hanno dedicato, nel corso degli anni, alla propria madre.

Un percorso che ogni bambino dovrà intraprendere in compagnia dalla propria mamma per scoprire insieme, attraverso giochi, letture, osservazioni e commenti delle immagini esposte, come gli artisti e i poeti scelti per l'occasione hanno celebrato, con il loro estro creativo, le proprie madri e quelle di tutto il mondo. Scopriranno la storia di Lucian Freud (Berlino, 1922 – Londra 2011), nipote del celebre Sigmund e pittore straordinario, autore di numerosi ritratti della madre che ci restituiscono immagini intime di una donna assorta nel suo isolamento depressivo, in una dura chiusura alla vita dopo la morte del marito. Freud diceva di dipingere “le persone che mi interessano e di cui mi importa e a cui penso in stanze in cui vivo e che conosco”. I suoi ritratti enfatizzano le rughe del viso, le pieghe del corpo e i difetti, cercando di far emergere l’interiorità dei modelli senza curarsi di abbellirne l’aspetto: “voglio che il dipinto sia fatto di carne, i miei ritratti devono essere ritratti di persone, non simili alle persone. Per quel che mi riguarda il dipinto è la persona”. Avranno la rivelazione delle tenere immagini di madri e figli fermati nel tempo dalla macchina fotografica di Gertrude Käsebier (Des Moines, Yowa, 1852- New York, 1934) una delle maggiori fotografe americane del XX secolo, conosciuta nel mondo per le sue immagini sulla maternità, per i suoi ritratti ai nativi d’America e per essere stata una delle figura femminili più importanti del foto-giornalismo. Nelle sue fotografie, compaiono spesso donne e bambini occupati nelle loro attività quotidiane, mentre giocano nel loro tempo libero in una casa o in un giardino: momenti che ben sintetizzano gli “ideali vittoriani” della maternità e del femminismo, addolciti dall'abilità della Käsebier nella modulazione di luci e ombre.
A conclusione del percorso guidato, ogni bambino sarà invitato a realizzare, sulla scorta di quanto appreso e scoperto, un ritratto della propria mamma, prezioso dono per la sua festa e ricordo di una giornata condivisa.
Per l'occasione, resteranno aperti l’Atelier “Guido Strazza” e il Museo Internazionale del Presepio “Vanni Schewiller”.


Lucian Freud, nipote del fondatore della psicoanalisi, nasce a Berlino nel 1922 da una famiglia ebrea. Nel 1933 si trasferisce nel Regno Unito per sfuggire all’ascesa dei nazisti in Germania e, nel 1939, è naturalizzato cittadino britannico. Inizia a dipingere all’inizio degli anni Quaranta e nel 1944 tiene la sua prima mostra personale. Nel 1954 rappresenta il Regno Unito alla XXVII Biennale di Venezia insieme a Ben Nicholson e Francis Bacon, un artista di cui diviene amico e a cui si sente particolarmente affine. Muore a Londra nel 2011.

Gertrude Käsebier nasce a Des Moines, nello Yowa, il 18 Maggio 1852. All’età di 21 anni sposa Eduard Käsebier, un uomo d’affari dal quale ha tre figli. Dopo la separazione, si trasferisce con i figli a Brooklyn dove si iscrive, all'età di 37 anni, all'Accademia di arte e design. Disegna e dipinge ma è ossessionata dalla fotografia. Viaggia in Germania e poi in Francia dove apprende le tecniche fotografiche. Ritorna in America nel 1895, in seguito ad una improvvisa malattia del marito, e lavora come assistente per Samuel H. Lifshey, un fotografo ritrattista dal quale apprende le tecniche di stampa. Un anno dopo espone 150 scatti al Boston Camera Cafe: inizia, così, una fase florida e produttiva tra ritratti sulla maternità e sui nativi d'America, affermandosi come una delle più influenti fotografe americane. Muore a New York nel 1834.