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Indice articoli

NATALE A CASTRONUOVO SANT’ANDREA
Incisioni e litografie di Edgar Degas
Il Presepe sfolgorante di Giulia Napoleone

Sabato 10 dicembre 2011, alle ore 17:30, in Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG Museo Internazionale della Grafica e nella Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”, si inaugura la mostra di Edgar Degas 

che continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto scorso con la storia della grafica europea e proseguito con Mirò e le litografie dedicate alle essenze della terra.

Poiché il MIG convive con la Biblioteca, ogni incontro è all’insegna di “un libro, una mostra”. Questa volta tocca a Edgar Degas (Parigi 1834 - 1917), un altro nome mitico della storia dell’arte, e alla sua prima monografia, in due volumi, dedicatagli da Paul Lafond, nel 1918-1919. Stampata da H. Floury Editeur, in Parigi, al n. 1 del Boulevard des Capucines, è arricchita da incisioni, litografie e monotipi in una edizione di lusso stampata in 60 esemplari di cui il n. 39, appartenuto a Octave Uzanne, è quello esposto. Monsieur O. Uzanne (Auverse 1852 – Saint-Cloud 1931), al quale l’esemplare è dedicato dall’editore Floury, era un grande bibliofilo, direttore di riviste quali “Le Livre” e “Le Livre Moderne”, studioso di Sade e Baudelaire, fondatore de la “Société des bibliophiles contemporains”, oltre che un amico di Degas e di tanti altri artisti celebri dell’Ottocento tra i quali Felicien Rops, Paul Avril e Felix Vallotton che gli ha dedicato anche un ritratto. Tra le curiosità che circondano questo personaggio, il giro del mondo compiuto nel 1893 e la presenza, a Meudon, come testimone di Jean Lorrain, al duello con Marcel Proust. Ha fatto parte del «milieux » dell'art nouveau e del simbolismo con Jean Lorrain, Barbey d'Aurevilly, Remy de Gourmont, Albert Robida. È stato, per anni, una delle firme costanti di «La Plume», «L'Écho de Paris», «La Dépêche de Toulouse», «Le Figaro», «Le Mercure de France». Il libro, riccamente illustrato, seguito da Degas fino al momento della sua scomparsa, nella casa-studio al boulevard de Clichy dove, nel 1912, con grande dolore, si era trasferito dopo aver lasciato quella mitica di rue Victor-Massé, mette in luce il suo gusto per il Classicismo ma anche per l’indipendenza dello spirito, tanto da farne, nella seconda metà del secolo XIX, un autentico rivoluzionario. Allievo di Ingres, per il quale manifestò sempre una grande ammirazione, nell’ambito dell’Impressionismo occupa un posto particolare proprio per questo non voler rinnegare il passato. Le opere di quegli anni (Semiramide costruisce una città, 1861, Magazzino di cotone a Nuova Orleans, 1873) sottolineano questa classicità ma anche quel disegno serrato e l’importanza del colore che se da un lato alimentano il realismo dall’altra amplificano il distacco dall’accademismo e una grande ricchezza visionaria. Cogliere il movimento in ciò che ha d’istantaneo, suddividere il colore senza sminuzzarlo o farlo dissolvere nell’atmosfera, conservare la densità della forma furono i principi cui si adeguò il lavoro di Degas, tanto da non interessarlo più di tanto al paesaggio che vediamo fuggevolmente nelle scene dedicate alle corse dei cavalli, tema costante delle sculture insieme a quello per le danzatrici. Infatti, alla bellezza imprevista della natura preferisce quella creata dall’uomo, alla luce del sole quella artificiale della ribalta dove si esibiscono le sue ballerine preferite. In tutto questo, evidente è la passione per il disegno e per l’incisione, proprio come Cézanne per il volume e Monet, Sisley, Pissarro e Renoir per il colore. Scriverà: “Io sono colorista con la linea”, quasi a voler sottolineare la funzione del colore, teso a completare quanto il disegno, a colpo d’occhio, ha colto della realtà in movimento. La mostra, curata da Giuseppe Appella, attraverso incisioni, litografie, immagini, documenti, libri (tra gli altri, Degas Danse Dessin di Paul Valery), cataloghi (non ultimo quello della attuale mostra di Londra, alla Royal Academy of Arts, Degas and the ballet. Picturing movement), film (Edgar Degas The unquiet spirit, di David Thompson e Ann Turner, del 1980), musica da opere, balletti e Salons della Belle Époque (il periodo dipinto da Degas), mette in luce tutto questo lavoro e i rapporti del pittore con l’Italia e Napoli in particolare, anche in relazione all’attività didattica che, all’insegna di “Degas e il movimento”, il MIG intende svolgere, per oltre due mesi, dedicandola alle scuole di ogni ordine e grado dei paesi gravitanti nel Parco del Pollino e di quelli limitrofi.

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