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Castronuovo di Sant’Andrea tra arte e tradizione

Il Natale, a Castronuovo, ha avuto sempre una grande importanza, non soltanto dal punto di vista religioso. È ricordato con la costruzione di presepi, a volte semplicissimi ma sempre di grande impatto emozionale, nonostante il lento ma inesorabile declino dell’artigianato polifunzionale (vasai, piattai, fabbriche di mattoni, ciabattini) e i profondi mutamenti avvenuti in seno alla famiglia, non solo meridionale.

La sollecitazione, ogni anno, era provocata dall’allestimento, con mesi di anticipo, del grande presepe napoletano del XVI-XVII secolo in dotazione della Chiesa Madre che coinvolgeva bambini e anziani, pronti nella ricerca di pietre, piante, muschio, bacche, pungitopo, agrifoglio e quant’altro fosse necessario a renderlo unico. Questo presepe, importante per i numerosi personaggi e per le costruzioni scenografiche, non dissimili da ciò che vediamo nel Presepe Cuciniello della Reggia di Caserta, è scomparso negli anni Settanta, non si sa se rubato o venduto. È rimasto solo il Bambino Gesù, di autore ignoto, in legno, di 50 cm di altezza. Al presepe, e alla notte del 25 dicembre, era strettamente legata, da parte dei pastori locali, la produzione di zufoli di canna e salice decorati con segni a fuoco, da regalare ai ragazzi che, alla nascita del Bambino, portato poi in una lunga processione in chiesa, avrebbero intonato il “Tu scendi dalle stelle….” e li avrebbero rotti…sulle teste di chi, nel lungo corteo, si trovava davanti, al seguito dello zampognaro. 


Dal 1980, sulla scorta di questi ricordi, il presepe, a Castronuovo, è ritornato centrale nell’ambito delle manifestazioni sacre, assommando l’arte, la letteratura, l’artigianato, il costume, i mestieri di diversi secoli in una lettura che, evocando il momento evangelico, tocca tutte le angolazioni del folclore ed evidenzia le differenze regionali nella disposizione a perseguire i dati della realtà, la vita di ogni giorno in cui hanno operato o operano plastificatori come Altobello Persio (sec. XVI), Nicola Carlucci (sec. XIX) e, per il secolo appena trascorso, Giuseppe Niglio, Giuseppe Mitarotonda, Raffaele Epifania, Francesco e Raffaele Pentasuglia, Matteo Giovanni Chita, Luigi Morano, Pietro Gurrado e Franco Artese. 

Nelle chiese del paese e nelle grotte degli antichi rioni del centro storico, ogni anno un quartiere, presepi realizzati da artisti di fama internazionale e presepi artigianali provenienti da tutto il mondo sono stati esposti per documentare il persistere, in tutti i continenti, della fede nel sacro mistero. 

L’appuntamento, divenuto ormai una vera e propria tradizione, iniziato da Castronuovo (denominato “il paese dei presepi”), ha visto, nel corso degli anni, la creazione di un circuito itinerante di portata nazionale, esteso a numerose città italiane da Trieste a Palermo e, da qualche anno, anche ad alcuni paesi lucani. I grandi presepi di artista, realizzati da Giovanola, Cerone, Ricci, Lorenzetti, Spizzico, Tito, Almagno, Porcari, Bolognini, Nappi, Giuliani, Sava, Pulsoni, Todaro, Palmieri, Conte, Strazza, Teodosi, Consolazione, Napoleone, Salvucci, Pirozzi, Del Pezzo, Pentasuglia, Guarienti, Cuschera, Salvatori, costituiscono oggi una autentica rilettura della nascita del Bambino da parte degli artisti contemporanei che, insieme al manufatto, ogni volta, hanno scritto anche una preghiera al piccolo Gesù. Questa preghiera viene letta ad ogni inaugurazione. 

La costante passione per questa particolare forma d'arte e l'impegno profuso nel tempo per la sua divulgazione, hanno portato, nel dicembre del 2014, alla nascita del Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller”, un altro tassello importante di quel polo museale immaginato nell'agosto del 2011 con l'istituzione del MIG-Biblioteca. 


L’idea di istituire un museo dedicato al presepio proprio a Castronuovo di Sant’Andrea si deve a Giuseppe Appella che, condividendo con Vanni Scheiwiller la passione per tali manufatti, aveva ricevuto da Alina Kalzcynska, artista di origine polacca e moglie dell'editore milanese, la donazione della collezione. 

Il museo, organizzato secondo una forma inedita e innovativa, si sviluppa lungo un percorso espositivo che si snoda tra i vicoli del Rione Manca, il nucleo più antico del centro storico di Castronuovo di Sant'Andrea, coinvolgendo grotte, cantine, stalle e case ormai abbandonate che diventano, grazie ad un allestimento che nulla stravolge di questi spazi fermi nel tempo, custodi di circa 200 presepi provenienti da tutto il mondo, preziosi cimeli raccolti nel corso degli anni dall’editore milanese Vanni Scheiwiller e dallo storico dell’arte Giuseppe Appella, originario di Castronuovo Sant’Andrea.

La visita alle 50 grotte-cantine del Rione Manca, infatti, contrassegnate dalle stelle luminose che tracciano il percorso da seguire, oltre a far emergere i diversi interessi collezionistici dei due donatori, permette una vera e propria immersione nella magia del Natale, in ogni periodo dell'anno, rendendo possibile, attraverso la scoperta dei singoli presepi, la conoscenza delle tradizioni iconografiche della natività in uso nelle diverse parti del mondo. Numerosi sono i manufatti di provenienza straniera (dalla Francia all'Inghilterra, ai paesi del Nord e al Sud America, all'Africa, all'Australia, alla Cina, alla Lapponia, alla Polonia, ecc.), e non di meno quelli italiani che, con una particolare attenzione all'area meridionale e in particolar modo ai paesi lucani dove si lavorava e si lavora la terracotta o la cartapesta, illustrano la produzione artigianale e artistica relativa alla rappresentazione della Natività. 

Personaggi di diverse dimensioni, realizzati in terracotta dipinta, porcellana invetriata, cartapesta, gesso, lana, pane, cera, scolpiti nel legno o abbigliati con stoffe dai colori sgargianti, impreziosite da merletti e nastrini, si dispiegano attorno alla capanna dove Maria, Giuseppe, il bue e l'asinello, sorvegliano Gesù Bambino sorpreso, di volta in volta, a riposare su un giaciglio di paglia, in una culla di legno o avvolto in preziose lenzuola. 


Splendidi sono i presepi realizzati dagli artigiani (M. e R. Pentasuglia senior e junior, L. Morano, D. Alighieri Colucci, G. Niglio, G. Mitarotonda, P. Gurrado, R. Padula, I. Gardini, P. Delle Noci, N. A. Balzani, B. e C. Piemontese, L. Gallucci, A. Tripi, G. Serra, F. Monti, R. Esposito, G. Sales, P. Monni, V. Forgia, G. Criscione, A. Capoccia, L. Lazzari, G. Falcone, A. Lentini, G. Totaro, L. De Matteis, I. Scarlatella, C, Perifano, R. Maddaloni, A. Manco, M. Conti, fratelli Colì, A, Mango, F. Delle Site, P. Miccichè, G. Raneri, P. Martina, L. De Filippi , G. Iudici, V. Luciano, M. Lucerna, V. De  Donatis, E. Serra,  A. Tripi, G. Ferrigno, B. Di Napoli, P. Cascione) e preziosi, per la scelta dei materiali e le inconsuete iconografie, quelli prodotti da artisti come Maria Lai, Alina Kalczynska, Carlo Lorenzetti, Giacinto Cerone, Roberto Almagno, Salvatore Sava, Ernesto Porcari, Giuliano Giuliani, Ettore Consolazione, Antonio Masini, Tito Amodei, Franca Ghitti, Carmine Caputo, Angelo Palumbo, Pinuccio Sciola, Valeria Gramiccia, Giuseppe Pirozzi, Francesca Pirozzi, Clara Galesio e Anna Addamiano.

Allo stesso tempo, la visita ai presepi collocati nell'antico rione, consente al visitatore di effettuare una vera e propria lettura antropologica dell'abitato grazie alla scoperta, lungo il percorso, delle caratteristiche architettoniche del luogo, ancora medievali, e dei numerosi oggetti che tuttora si conservano nelle grotte-cantina, pronti a raccontare usi e costumi nel corso dei secoli, in sostanza il modo di vivere dei nostri antenati e quanto il lavoro fosse alla base di questo vivere la quotidianità. 

Passeggiando per il Rione Manca, infatti, la percezione del tempo e dei sensi si dilata. Si possono scorgere i colori della natura e incontrare persone pronte a narrare qualche aneddoto legato al paese o al rione, cuore dell’antico abitato. Da questo luoghi prende inizio un itinerario museale che è anche un viaggio sensoriale, in un intreccio di strade, oggetti e vite vissute. Qui, puoi ascoltare il silenzio e il sibilo del vento, i suoni della natura, il profumo del vino, l’odore della farina. Arnesi da lavoro quali zappe, falci, aratri, pale, martelli, sono lì a raccontare il duro lavoro della terra; forni, setacci, essiccatoi, madie e botti completano la totale immersione in un passato remoto.


Il Natale della tradizione lucana tra i presepi del Museo Scheiwiller

Ogni borgo lucano, piccolo o grande che sia, dal più noto al più recondito, rivive le festività natalizie accostando alla religiosità la tradizione, non certo esente da specifiche quanto particolari sfumature che risentono di magnifiche suggestioni ereditate dal passato. 

Ricercare, raccogliere, custodire e valorizzare queste memorie, considerate quali elementi distintivi di un territorio e del suo popolo, è l'obiettivo che il Museo Internazionale del Presepio "Vanni Scheiwiller", intende mettere in attoa partire dal Natale 2016, attraverso una fedele ricostruzione del Natale lucano in una iniziativa che coniuga arte, cibo, musica e folclore in maniera inedita e innovativa. L'arte presepiale, che di anno in anno è diventata a Castronuovo sempre più cosmopolita, grazie alle donazioni di nuovi manufatti da parte di artisti e artigiani di diverse nazionalità, troverà, in occasione di tale evento, uno speciale connubio con l'arte culinaria, attraverso un'accurata selezione delle pietanze natalizie lucane più succulenti, da gustare lungo il percorso di visita, a passo di tarantella e al ritmo della zampogna, in un clima di allegria e di festosità capace di rievocare atmosfere, profumi, sapori e suoni di altri tempi, quelli di un passato che si ripete inconsapevolmente ogni volta attraverso gesti e usanze che si tramando di generazione in generazione. 

Tra questi riti, quello della cucina è sicuramente il più tradizionale e il più antico: il gusto, gli odori di una pietanza e i metodi di preparazione che seguono ancora antiche ricette, sono in grado di attivare ricordi e riportare alla mente storie di famiglia, il calore del focolare, le nonne, le mamme e il senso mistico della novena che precede la vigilia e il giorno di Natale, 


In nome di questa potenza evocativa, lungo il percorso di visita ai presepi che avrà come punto di partenza lo spazio antistante la chiesa madre di Santa Maria della Neve, sarà possibile degustare alcuni piatti tipici della tradizione lucana. Percorrendo i vicoli e attraversando gli archi del rione ancora medievale, sarà d'obbligo fermarsi in spazi preventivamente individuati per assaporare alcuni prodotti del periodo come corbezzoli, mandarini, arance, cachi, fave, mandorle, noci e alcune pietanze appositamente preparate per l'occasione. Tra le ricette salate che verranno riproposte, si annoverano il tradizionale zafaren mpaianet (peperone impanato, prodotto tipico dell'area senisese), l'insalata di pomodorini gialli e peperoni cruschi, il baccalà fritto e le friselle condite con olio novello. Il discorso si amplifica in ordine ai piatti dolci, tra i quali spiccano i cavuz'niell (piccoli panzerotti ripieni di crema di castagne) o le crespelle cosparse di zucchero o ancora le cipolline in agrodolce, la cicerata, i fichi con le noci, i guanti e la gustosissima insalata di arance. Il tutto sarà innaffiato da un ottimo rosolio (bevanda analcolica a base di erbe) e vini tipici prodotti dai vigneti lucani, quali il Grottino e l'Aglianico. 

All'interno delle case più caratteristiche del rione, delle comparse abbigliate con costumi tradizionali mostreranno i metodi di preparazione di alcune pietanze: le orecchiette e i fusilli verranno preparati, con raschietto, ferretto e dita veloci, sulle apposite spianatoie; le crespelle saranno fritte al momento in calderoni di olio bollente riposti sui focolari accesi; gli antichi forni, con pagnotte e dolci appena introdotti, inebrieranno e riscalderanno gli ambienti suggerendo il calore di una volta. Nelle case, tavole imbandite e abbellite con preziose tovaglie ricamate da mani sapienti, piatti di terracotta e prosperini, rievocheranno il pranzo di Natale di una volta, quando una stanza non era mai troppo piccola per accogliere tutti i membri di una grande famiglia. Nella fucina il martello ricomincerà a battere sull'incudine e il fuoco plasmerà nuovi arnesi, lavorando in simbiosi con il falegname che sarà già all'opera nella sua bottega. E nelle stalle del rione Manca ritorneranno anche gli animali, le mangiatoie si riempiranno di fieno e qualche porcellino d'india sbucherà al di sotto di qualche letto. Nelle cantine, il profumo dell'uva da poco raccolta preannuncerà la dolcezza del vino novello, mentre l'Osteria di Concetta a' Tammurr riaprirà i suoi battenti per far trascorrere nuove serate in allegria. Per i vicoli il suono degli organetti e delle zampogne del Pollino, confondendosi con la melodia dell'arpa di Viggiano e le più chiassose bottiglie percosse, sudelline e totarelle (fischietti), suggeriranno aria di festa e inviteranno a gioire par la nascita del Bambinello.


Un vero e proprio presepe animato e autentico, dunque, farà da sfondo ad un'iniziativa unica nel suo genere e capace di evocare antiche memorie, quelle derivanti dalla cultura agro-pastorale, primordio della storia di ogni paese della Lucania e ancora viva nei riti, nei gesti e nelle tradizioni attuali. Per l'occasione, l’intero “paese dei presepi” sarà coinvolto nel periodo natalizio. Nuovi allestimenti rinnoveranno il percorso itinerante del Museo Scheiwiller. A partire dalle antiche e nuove cappelle: Cappella di S. Maria delle Grazie (XVI-XVII sec., situata alla base meridionale del paese), Cappella dell’Immacolata o S. Maria la Stella (sec. XVII-XVIII, in via Roma), Cappella di S. Andrea Avellino (sec. XVI, calata S. Andrea), Cappella di S. Filippo Neri (sec. XIX, Rione Manca), che ospiteranno un presepe d’artista allestito su un tavolo del diametro di tre metri, e dal Castello Marchesale che, appena entrati nel cortile, presenta, incastonata nel muro, una Natività in pietra del XVII secolo.



Un modo per arrivare al MIG. Museo Internazionale della Grafica già immersi nel tema del Natale, prima di incamminarsi in un saliscendi di vicoli che intrecciano una sorta di trama di segni, luci, colori, suoni, sapori, profumi, gesti che sembrano aver fermato il tempo per guardare al futuro. 

I visitatori saranno dotati di piantina con tutte le indicazioni necessarie.

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Giorno Orario
Martedì - Domenica  17:00 - 20:00
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Giorni di chiusura: ogni lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre, Pasqua
 
Giorno Orario
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o scrivere a mig-biblioteca@libero.it

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