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In nome di questa potenza evocativa, lungo il percorso di visita ai presepi che avrà come punto di partenza lo spazio antistante la chiesa madre di Santa Maria della Neve, sarà possibile degustare alcuni piatti tipici della tradizione lucana. Percorrendo i vicoli e attraversando gli archi del rione ancora medievale, sarà d'obbligo fermarsi in spazi preventivamente individuati per assaporare alcuni prodotti del periodo come corbezzoli, mandarini, arance, cachi, fave, mandorle, noci e alcune pietanze appositamente preparate per l'occasione. Tra le ricette salate che verranno riproposte, si annoverano il tradizionale zafaren mpaianet (peperone impanato, prodotto tipico dell'area senisese), l'insalata di pomodorini gialli e peperoni cruschi, il baccalà fritto e le friselle condite con olio novello. Il discorso si amplifica in ordine ai piatti dolci, tra i quali spiccano i cavuz'niell (piccoli panzerotti ripieni di crema di castagne) o le crespelle cosparse di zucchero o ancora le cipolline in agrodolce, la cicerata, i fichi con le noci, i guanti e la gustosissima insalata di arance. Il tutto sarà innaffiato da un ottimo rosolio (bevanda analcolica a base di erbe) e vini tipici prodotti dai vigneti lucani, quali il Grottino e l'Aglianico. 

All'interno delle case più caratteristiche del rione, delle comparse abbigliate con costumi tradizionali mostreranno i metodi di preparazione di alcune pietanze: le orecchiette e i fusilli verranno preparati, con raschietto, ferretto e dita veloci, sulle apposite spianatoie; le crespelle saranno fritte al momento in calderoni di olio bollente riposti sui focolari accesi; gli antichi forni, con pagnotte e dolci appena introdotti, inebrieranno e riscalderanno gli ambienti suggerendo il calore di una volta. Nelle case, tavole imbandite e abbellite con preziose tovaglie ricamate da mani sapienti, piatti di terracotta e prosperini, rievocheranno il pranzo di Natale di una volta, quando una stanza non era mai troppo piccola per accogliere tutti i membri di una grande famiglia. Nella fucina il martello ricomincerà a battere sull'incudine e il fuoco plasmerà nuovi arnesi, lavorando in simbiosi con il falegname che sarà già all'opera nella sua bottega. E nelle stalle del rione Manca ritorneranno anche gli animali, le mangiatoie si riempiranno di fieno e qualche porcellino d'india sbucherà al di sotto di qualche letto. Nelle cantine, il profumo dell'uva da poco raccolta preannuncerà la dolcezza del vino novello, mentre l'Osteria di Concetta a' Tammurr riaprirà i suoi battenti per far trascorrere nuove serate in allegria. Per i vicoli il suono degli organetti e delle zampogne del Pollino, confondendosi con la melodia dell'arpa di Viggiano e le più chiassose bottiglie percosse, sudelline e totarelle (fischietti), suggeriranno aria di festa e inviteranno a gioire par la nascita del Bambinello.

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